Da Canova a Andy Warhol
“Da Canova a Andy Warhol” non è solo il periodo di storia dell’arte che mi sono prefissata di raccontare durante sei incontri online, ma anche il titolo che ho dato al primo appuntamento, quello introduttivo. Quello più difficile da affrontare, con quelle tre belle sfide che pendono sopra la mia testa come una spada di Damocle.
Il primo vero, grande obiettivo di questo incontro è quello di riuscire a rompere il ghiaccio tra i partecipanti. Alcuni li conosco di persona perchè hanno partecipato a qualche mia visita guidata o viaggio a tema ed è davvero bellissimo poterli rivedere a distanza di mesi o qualche anno, seppur attraverso uno schermo. Con altri invece i contatti finora sono stati solo sui social, mentre un paio sono proprio degli “illustri sconosciuti”. Il vero scoglio comunque non sono io, quanto il fatto che le persone non si conoscono tra loro e c’è da vincere pure l’imbarazzo da telecamera.
Cerco di superare questi ostacoli sfoderando l’animatrice che c’è in me. Organizzo quindi questo primo incontro come una specie di quiz a coppie, invitando i partecipanti a “scegliersi” tra loro. Per far questo lascio ampio spazio alle presentazioni iniziali dove ognuno, oltre a nome e città di provenienza (mamma mia, quante Zone Rosse!), è invitato a raccontare le sue passioni. Siamo tutti accomunati dall’amore per i viaggi: andremo sicuramente d’accordo!
Ciò che mi colpisce maggiormente è l’eterogeneità di “formazione artistica” dei partecipanti. Accanto a Francesca e Simona, professoresse di storia dell’arte, siedono persone che ammettono “completa ignoranza in materia”: un’altra bella sfida per me, dunque!
Il quiz è una carrellata di opere d’arte da Giotto a Marina Abramovich. Le ho divise in 3 gruppi:
- icone della storia dell’arte, tipo la Notte Stellata di Van Gogh per capirci
- quadri poco noti di artisti famosissimi, come un Kandinsky del periodo figurativo
- opere d’arte contemporanea, dall’Astrattismo alla Arte Performativa
Ogni coppia a turno deve riconoscere l’opera. Se non l’autore e il titolo, almeno il movimento o il periodo storico. Più procedono le slide, più dai microfoni escono vari “oh mamma!”. Chi non riconosce l’opera può pescare un cartellino “Imprevisti e probabilità” e seguire le indicazioni fornite. Mi aspettavo di vederne delle belle, ma in realtà verranno pescati solo un paio di cartellini ogni pomeriggio. Segno che entrambi i gruppi sono destinati a riservarmi grandi sorprese!
Lunedì 16 novembre
Emozionata come non mai e con un’ansia da prestazione tecnologica a mille, clicco su “Inizia Riunione” e… Dio mio, che emozione rivedere i “volti noti” e quanti ricordi emergono in un attimo! Il gruppo è prevalentemente femminile, ma questo non spaventa Graziano che si ambienta subito. Da Bari a Torino è rappresentata un po’ tutta Italia, proprio come piace a me. Le prime immagini scorrono senza alcuna difficoltà tra volti illuminati da un bel “fiuuuuu, ci è andata bene!”. Poi pian pianino iniziano ad arrivare i primi “non saprei” e “peschiamo un cartellino?”.
E’ così che arriviamo al Sacco B (1953) di Alberto Burri (immagine qui sopra). Un’opera in cui Cristina tra le cuciture individua una capra. Giuro che l’ho riguardata anche il giorno dopo, ma non riesco proprio a vedere ‘sta capra! Comunque chiedo se le piace. Mentre il marito dice subito “assolutamente no!”, lei la guarda attentamente per un po’ e alla fine ammette che ha un suo fascino. Come potrai ben immaginare, il cartellino è inevitabile. C’è scritto: “Inventa una storia che abbia per protagonista questo quadro”. La coppia chiede qualche minuto a microfono spento per consultarsi e alla fine lei, titubante, inizia a raccontare. E’ una storia che nasce lì per lì, seguendo il flusso dei pensieri di Cristina e le avventure di questa capra. Una capra infelice di vivere nel luogo in cui si trova, sempre più inospitale per mancanza di cibo, che a un certo punto decide di affrontare un viaggio rischiosissimo per andare a vivere sulla luna, che da quaggiù pare così bella. All’inizio tutto bene, ma poi man mano che guarda da lontano quella piccola palla azzurra, alla capra viene una nostalgia pazzesca degli affetti che ha lasciato sulla Terra e degli abbracci che qui nessuno le può dare. Non ricordo come va a finire esattamente la storia perchè a questo punto, mentre siamo tutti incantati dalle parole sussurrate sempre più lentamente da Cristina, vedo Simona che inizia ad asciugarsi le lacrime e ovviamente non riesco più a trattenere le mie…
Emozione simile a quella suscitata la mattina successiva da un lungo messaggio scritto da Mariagabriella nel cuore della notte. Tra le varie cose dice: “Volevo ringraziarti di cuore per questo bellissimo “gioco d’arte virtuale” che hai costruito e realizzato con la tua sempre più stupefacente preparazione, profonda passione ed entusiasmante capacità di coinvolgimento. Non ti nascondo un po’ di imbarazzo dovuto al timore di non essere all’altezza e di non riuscire a sostenere il confronto con persone sconosciute, oltre all’imbarazzo di vedermi nel riquadro del display. Spero comunque che tale imbarazzo svanirà di fronte all’immenso piacere di ascoltarti, di vivere questa nuova esperienza, di percorrere questi sentieri pregni di un sapere ad ampio spettro che tu sai trasmettere in maniera davvero esemplare (…)”. Posso permettermi una nuova lacrimuccia, vero?
La sera successiva la trascorro invece in chat con Laura a commentare la scena della performance The artist is Prensent che ho inviato via email a tutti i partecipanti visto che nessuno ne aveva mai sentito parlare. E’ quella in cui Ulay si siede a sorpresa di fronte a Marina Abramovich al MOMA di New York: immagina che fatica addormentarsi dopo aver rivisto quello sguardo magnetico…
Sabato 20 novembre
L’incontro con questo nuovo gruppo riserva altre belle sorprese ed emozioni. A sorpresa si ritrovano Nadia, Sara, Pasquale e Stefano, che si sono conosciuti durante uno dei weekend più memorabili di questa estate. Ci sono poi diversi magnagati e questo non me l’aspettavo proprio. E poi c’è la mia migliore amica del liceo con sua mamma, che non rivedo da circa 25 anni (sua mamma intendo!). Anche qui ricordi a manetta…
Qui il primo grande scoglio è dato da un Nudo Blu di Picasso. E’ poi il momento del Lago Starnberg di Kandinsky, che fa pescare il cartellino a Stefano, Pasquale e Nadia. Poi salta la connessione ed alcuni, ahimè, li perdo per il resto della serata. Tra questi c’è Sara, mamma di due splendidi bimbi che ci facevano compagnia dall’altro lato dello schermo. Prova ad immaginare la mia meraviglia quando il giorno dopo ricevo questo messaggio: Sono rimasta in sospeso sull’opera di ieri. Era Kandinsky? Ho visto una mostra e regalato a mia madre questa stampa (mi allega la foto): mi pareva lo stesso stile. E adesso Tommaso aspetta con ansia di sapere se avevo ragione…”. Per la cronaca Tommaso ha 5 anni!
L’opera che suscita maggior sgomento questo pomeriggio è un quadro di Jackson Pollock. Quasi nessuno conosce l’artista e la maggior parte dei partecipanti ammette di non riuscire a trovare bellezza in questo “scarabocchio”. C’è chi però lo analizza con cura e dopo un po’ parla di un’atmosfera quasi autunnale. Incredibile: l’opera si intitola proprio Autumn Rhythm (number 30)!!! Termino il resoconto della puntata odierna con le parole di Maria, che interviene dicendo: “A me personalmente questo quadro piace, ma forse perchè so chi è Pollock e come lavorava. Se conosci la sua tecnica è affascinante. Penso che l’arte contemporanea la si possa apprezzare solo se c’è qualcuno che te la spiega”.
Direi che non potevo sperare in compagni migliori…
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