Dei, mostri ed eroi – l’arte raccontata ai bambini
L’idea di un corso on-line di storia dell’arte per bambini mi è stata suggerita da Francesca e Martina, due mamme psicologhe che hanno frequentato Storia dell’Arte in Pillole durante le vacanze di Natale. Lì per lì ho ribattuto dicendo che i bimbi stanno già troppo tempo davanti al computer e che organizzerò sicuramente qualcosa per loro non appena ci si potrà rivedere dal vivo. Quando però Francesca mi ha ricordato che i bimbi delle elementari vanno a scuola regolarmente in presenza e nell’ora d’arte raramente si parla dei capolavori del nostro Paese, ha gettato un semino destinato a dare i suoi frutti durante le vacanze pasquali. Ricordo ancora che quel giorno mi disse: “Pensaci, hanno davvero tanto bisogno di bellezza in questo momento”. E io, confusa e sbalordita, mi sono limitata a rispondere: “Va bene, ci penserò. E’ che non saprei proprio da che parte iniziare senza averli davanti a me in carne ed ossa. Come faccio ad attirare la loro attenzione da dietro lo schermo di un pc e senza effetti speciali? Boh, forse potrei proporre qualcosa con i miti greci, ma non lo so”. Nonostante tutti questi dubbi, ora eccomi qui con una bella storia da raccontare.
Arte e mitologia: un binomio perfetto
L’idea della mitologia come base di partenza per presentare ai bambini i grandi protagonisti della storia dell’arte si è rivelata vincente. I miti greci hanno tutti gli ingredienti necessari per tenere i più piccoli con il fiato sospeso, anche davanti allo schermo di un pc. Tenerissime storie d’amore, mostri terrificanti, divinità dai poteri super-speciali: non mancava proprio nulla, se non il modo di collegare queste storie appassionanti alle giuste opere d’arte. Il modo mi è apparso all’improvviso, come una visione, una domenica mattina di qualche settimana fa. Dopo tre mesi in cui il semino lavorava nella mia testa, quella mattina ha trovato semplicemente la “formula magica” per bucare il terreno e iniziare a germogliare.
La formula magica è semplice. Avendo deciso di rivolgermi a bambini tra i 6 e gli 11 anni di età, ho scelto cinque miti molto diversi tra loro, ma tutti molto accattivanti:
- la magica storia di Amore e Psiche
- il terribile ratto di Proserpina
- Medusa, il mostro dai capelli di serpe
- il Minotauro e il labirinto di Minosse
- il carro del Sole e quel pasticcione di Fetonte
Sono riuscita così a dosare storie d’amore e racconti da brivido, lasciando a ciascuno la possibilità di scegliere se seguire il ciclo completo o prenotare solo gli incontri più in linea con i propri interessi.
I segreti della formula magica
A dire il vero la formula magica è stata sempre la stessa: 30 minuti a disposizione per narrare un mito greco, partendo da un quadro che ne raffigura i protagonisti, e poi via ad ali spiegate verso gli studi dei “mostri sacri” dell’arte occidentale. Di volta in volta siamo atterrati tra i pennelli e gli scalpelli di Canova, Bernini, Caravaggio, Picasso e Michelangelo. Ma ad ogni incontro il viaggio è stato diverso, eh?!?
C’è stata la volta in cui ci siamo soffermati sulla lettura formale di un’opera d’arte, quella in cui abbiamo seguito lo sviluppo di un tema iconografico dall’antica Grecia ai cartoni animati di Walt Disney. E poi quella in cui abbiamo seguito passo a passo le fasi di realizzazione di un’acquaforte o in cui abbiamo giocato a “trova le differenze” tra disegni raffiguranti lo stesso mito realizzati dal più grande artista del Rinascimento Italiano.
Fin dall’inizio ho chiarito subito ai miei giovani ascoltatori che questo sarebbe stato “un corso difficile, più difficile di quelli che faccio con gli adulti perchè i genitori, ahimè, non vedono i particolari e si dimenticano subito le cose”. E infatti non gli ho risparmiato proprio nulla! Ogni opera è stata accompagnata da un “cartellino descrittivo” completo di tutti i dettagli proprio come si trova nei musei, così ho potuto spiegar loro come leggere una didascalia museale e il significato di certe parole come olio su tavola. Talvolta ho sfoderato dal mio cappello magico nomi greci e latini per spiegare l’etimologia di alcune parole, altrimenti ratto sarebbe rimasto “un grosso topo” e non saremmo riusciti a spiegarci la presenza di una farfalla sopra alla testa della bella Psiche addormentata. E poi non mi sono limitata a proporre solo quadri e statue, ma ho dato spazio anche a disegni ed acqueforti. Insomma, proprio un bel tuffo tra i misteri dell’affascinante mondo della storia dell’arte.
Ecco come è andata
Devo ammettere che non sapevo assolutamente cosa aspettarmi da questa nuova avventura, che si è poi rivelata l’ennesima dose di positività e buonumore regalatami dalla pandemia. Ai genitori titubanti di iscrivere i figli a tutti gli appuntamenti ho offerto la possibilità di pagare alla fine del corso solo gli incontri effettivamente effettuati. Il mio obiettivo è quello di avvicinare i bambini alla storia dell’arte e non posso permettermi che un bel “devi farlo per forza perchè l’ho già pagato” sortisca l’effetto contrario. Così è successo che Camilla (10 anni) e Federico (10 anni) ne hanno frequentato solo uno, mentre Marco (11 anni) ha scelto fin dall’inizio di partecipare solo ai più mostruosi. Poi ci sono stati alcuni bimbi, come Martina e Aurora (6 anni) oppure Maria (9 anni), che già dopo il primo incontro hanno chiesto di iscriversi al ciclo completo, mentre altri iscritti fin da subito a tutti gli appuntamenti, come Simone (6 anni) e Federico (10 anni), si sono sciolti ogni giorno di più, stupendomi con interventi davvero interessanti. E poi c’è Tommaso (6 anni) che l’ultimo giorno ha confessato a sua mamma: “Mi piacerebbe che Monica ci stupisse ancora, con qualunque cosa le venisse in mente…”.
Da parte mia devo dire che è andata alla grande perchè questa esperienza mi ha permesso di sperimentare diversi tipi di narrazione e di avere l’ennesima conferma che non c’è nulla di troppo difficile per i bambini, nemmeno per quelli più piccoli. Anzi a questo proposito i bambini sono stati capaci di stupirmi ancora una volta. Per il primo incontro, infatti, avevo preparato una serie di immagini che permettono di seguire passo a passo il nascere dell’idea creativa in Antonio Canova. Reputando la cosa un po’ troppo “tecnica” per i più piccolini, al termine dei 30 minuti ho invitato chi lo desiderava a ricollegarsi per scoprire questo aspetto del fare creativo e indovina un po’ chi è apparso di nuovo su Zoom? Sì, sì, proprio loro: il gruppetto dei più piccoli! Bimbi tra i 6 e i 9 anni d’età che durante gli incontri successivi hanno sempre voluto fare il bis. E io, manco a dirlo, li ho sempre accontentati preparando delle chicche da tenere segretissime tra noi. Ad esempio, tu lo sai quanti diversi tipi di piante e fiori ci sono nella Primavera di Botticelli?
L’esperienza mi ha inoltre confermato un sospetto che nutro da tempo: si può catturare e mantenere l’attenzione dei bambini anche senza ricorrere a strumenti tecnologici, travestimenti bizzarri o a colla, forbici e pennelli. D’altronde le opere d’arte hanno bellissime storie da raccontare e a noi non resta che fornire ai più piccoli gli strumenti per saperle ascoltare.
Insomma, questi 5 incontri si sono rivelati un ottimo punto di partenza per sviluppare nuovi progetti nelle scuole o in contesti in cui i bambini hanno bisogno di una doppia dose di sogni e bellezza, come ospedali e case famiglia. A proposito, se conosci qualcuno interessato a questa possibilità, per favore digli che può scrivere a info@sentieriarte.it.
Ipse dixit…
Impossibile terminare questo racconto senza tener traccia di alcuni momenti memorabili. I momenti in cui sono stati loro ad insegnare qualcosa a me. Come quando, spiegando verbalmente che la faretra è una specie di astuccio in cui Amore custodisce le sue frecce, Jacopo ha esclamato candidamente: “Allora è quella che porta sulla schiena Robin Hood!”. O come la volta in cui ho chiesto se riuscivano a vedere l’uomo raffigurato in un dipinto cubista di Picasso e dopo qualche secondo Simone, tutto entusiasta ha gridato: “Siiiiiiiiiiii… io lo vedo il signore! L’ha dipinto davanti ad uno specchio tutto rotto…”. Che dire infine di Tommaso che mi interrompe per sapere se Raffaello è l’amico di Leonardo, Michelangelo e Donatello e davanti al mio sguardo allibito mi confessa che lui guarda sempre le Tartarughe Ninja?
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