Non lo sai fare anche tu…
“Credimi, non è vero che lo sai fare anche tu…”: un titolo decisamente provocatorio per quello che dovrebbe essere l’ultimo incontro d’arte. Non sarà l’ultimo, ma nel momento in cui clicco “Avvia riunione” su Zoom lo so ancora solo io. O meglio: io, Norma, Sara e Clara, che ci siamo sentite nel corso della settimana per organizzare due incontri supplementari per i prossimi weekend. Il primo sarà tenuto da due artiste: Norma ci parlerà di Calligrafia e Sara di Arte Informale. Nel secondo sarà invece Clara a svelarci il dietro le quinte dell’affascinante mondo degli scavi archeologici. Non so come reagirà il gruppo a questa nuova proposta, ma sono infinitamente grata a queste tre nuove amiche che hanno accettato il mio invito a mettersi in gioco fino in fondo. Immagino che per loro non sarà facile parlare in pubblico, affrontare possibili difficoltà tecnologiche, superare l’ansia da telecamera, ma sono sicura che il bel clima che si è formato all’interno di entrambi i salotti ci regalerà qualcosa di bello, di molto bello.
Nel momento in cui avvio la riunione non posso minimamente immaginare quanto saranno memorabili entrambi gli incontri finali. Incontri che vedono scomparire dalla scena Andy Warhol a favore di Marcel Duchamp e Lucio Fontana. Se riprendo in mano gli appunti presi il giorno in cui mi è venuta l’idea di dar vita a questa nuova esperienza, al sesto giorno trovo annotato: Espressionismo Astratto, Pop Art, Arte Povera, Performance. Nulla a che vedere con quanto affronterò nella realtà, anche se una capatina nel mondo Dada l’avevo comunque messa in conto per poter illustrare quanto accade nel secondo dopoguerra.
Inizio quindi l’incontro con l’astrattismo lirico di Kandinsky, artista che presento nelle sue varie fasi evolutive, dal figurativo alle ricerche geometriche. Come opera da analizzare scelgo I Cosacchi del 1911, che però presento solo con il titolo di Composizione IV in modo da non vincolare troppo la lettura alla ricerca di verosimiglianze. Da qui passo poi all’universo Dada, con Man Ray a far da apripista ai Ready-Made di Marcel Duchamp e a certe forme astruse d’arte che mi sono state segnalate nelle risposte all’email che avevo inviato qualche giorno prima.
Infine è la volta di Lucio Fontana, citato in alcune delle email sopra menzionate e richiestomi apertamente al termine dell’incontro dello scorso weekend. Devo dire che fino a questo momento non avevo mai approfondito nel dettaglio la ricerca del padre dello Spazialismo. Così le giornate di “studio matto e disperatissimo” che precedono l’incontro del venerdì si rivelano ricche di spunti veramente interessanti, con un’unica domanda a rimbalzarmi nella testa: “Come farò dopo tutta questa meraviglia Concettuale a tornare dal caro, vecchio Palladio?”
Venerdì 4 dicembre
Oggi ho l’onore di avere nel mio salotto virtuale Marianna, Jacopo e Silvia F., tre nuovi compagni d’avventura che hanno scoperto questa iniziativa solo all’ultimo minuto. Inizialmente avevo fissato un numero massimo di 10 partecipanti per ogni incontro, ma poi, complice qualche influenza, defezione e impegno lavorativo, ho capito che i due gruppi sarebbero stati molto permeabili tra loro. Quindi perchè non aggiungere qualche altro posto a tavola, se ci sono amici in più?
Al gruppo del venerdì Kandinskij in linea di massima piace. Chi legge Composizione IV nota subito le due grosse linee nere che dividono verticalmente la tela e coglie forme e colori diversi nelle due porzioni del quadro. Forme e colori che, mi viene detto, suscitano emozioni differenti: non ho dubbi che Kandinskij sarebbe stato fiero di questa osservazione!
Duchamp lascia invece un po’ più perplessi. Lo capisco dal silenzio che cala in aula, un silenzio carico di curiosità e voglia di capire. Capire tutto, anche il famoso Orinatoio. Reputo quest’opera un passaggio obbligato per comprendere non solo il movimento Dada e il clima storico-culturale che gli ha dato vita, ma anche il nascere dell’Arte Concettuale e gli sviluppi che questa apporterà al clima artistico del secondo dopoguerra.
Arriva poi il momento di Fontana e vedo tutti gli occhi incollati allo schermo. Uno schermo che questa volta mi sembra proprio di poter bucare, tanto è forte l’interesse per quei “quattro tagli su tele colorate”.
L’incontro termina con tanta voglia di rivederci per continuare a discutere di cose belle. Anticipo che sto lavorando a nuovi progetti e che gli incontri d’arte riprenderanno prossimamente su tematiche che proporrò in un questionario. Alla fine mi fermo a chiacchierare un po’ con Maria Gabriella e stento a credere a quanto è successo in queste settimane. Questa vicinanza di spiriti dagli interessi affini nella lontananza obbligata dai nostri affetti più cari è davvero qualcosa che mi ha fatto bene al cuore. Grazie a tutti!
Domenica 6 dicembre
Kandinskij in questo gruppo suscita reazioni differenti. Fin dall’inizio qualcuno individua un arcobaleno, c’è chi vede dei palazzi e chi una specie di montagna, ma nessuno sembra percepire le differenti emozioni che le due parti del quadro dovrebbero, nelle intenzioni dell’artista, suscitare. Non faccio però in tempo a svelare il titolo completo dell’opera che Laura M. esclama: “Ahhhh, ecco! Appena ho visto quelle due righe nere ho pensato subito a delle lance. Non ho detto nulla per non esser presa per pazza, ma se il titolo è Cosacchi, allora tutto torna”. La invito a raccontarci che cos’altro ha visto tra le forme astratte del quadro e pian piano vengono a galla tutti gli elementi figurativi che hanno ispirato la tela. E’ incredibile come i due gruppi, che si sono dimostrati diversi fin dal primo incontro, non si smentiscano fino alla fine. Ed è bellissimo per me poter seguire le loro scoperte ed emozioni, cosa che mi sarebbe impossibile in una classica lezione frontale.
Ma è Fontana, qui, il pezzo forte. Domenica scorsa era stata proprio Sara a dire che le piacerebbe tanto capire l’arte del suo omonimo visto che ogni volta che le chiedono se è suo parente risponde sempre “per carità”. Nel breve giro di ricognizione la curiosità per l’artista italo-argentino si era dimostrata condivisa anche dagli altri partecipanti del weekend e quindi so che mi aspettano al varco. E al varco ci arrivo con una grande soddisfazione: quando alla fine chiedo che ne pensano, Nadia F. mi dice “Bellissimo!”. “Come bellissimo?” le chiedo, “Domenica scorsa non avevi detto che non ti piaceva?”. “Sì e continua a non piacermi” risponde, “ma è stato bellissimo ascoltarti e capire le sue ragioni”. Perfino Sara F. è contenta: “Adesso quando mi chiederanno se sono sua parente non dovrò più dire “per carità”, ma “no, purtoppo!”. E con la bella risata che ne consegue termina ufficialmente questa bella avventura.
Dico ufficialmente perchè in realtà alcuni di noi si fermano a chiacchierare ancora un po’, e ancora un po’, e ancora un po’… Alla fine dell’incontro so esattamente chi mangerà zuppa di lenticchie, chi tortellini in brodo e chi è ancora alla ricerca di ispirazione per la cena. Sono le otto e un quarto e arriva la conferenza stampa di Conte a farci riattaccare. Mai come questa volta mi è difficile cliccare “termina riunione”…
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