Non solo Van Gogh…
I vent’anni che separano le mostre degli Impressionisti a Parigi dalla nascita delle Avanguardie Storiche sono così ricchi di artisti “immensi” che fin dall’inizio ho avuto chiara una cosa: il protagonista di quest’incontro non potrà di certo essere Van Gogh, che tutti già conoscono. Ma allora di chi si parlerà?
Ho deciso di chiederlo ancora una volta ai miei compagni d’avventura, scrivendo loro un’email con una triade di grandi nomi: Paul Gauguin, Gustav Klimt e Amedeo Modigliani. Sui primi due non nutrivo alcun dubbio: Klimt mi avrebbe permesso di parlare dell’affascinante mondo della Secessione Viennese, dello sviluppo dell’Art Nouveau in Europa e ovviamente dei suoi bellissimi ritratti e paesaggi – sì sì, ha dipinto anche paesaggi! Gauguin invece ci avrebbe portato un po’ in giro per il mondo e per le diverse tendenze artistiche di fine Ottocento: dal periodo di Pont-Aven e i Nabis al soggiorno provenzale con Van Gogh e i famosi viaggi oltreoceano che anticiparono le ricerche di un “altrove spazio-temporale” tipiche del Novecento.
La scelta di Modigliani invece non è stata così scontata. Per un attimo si è conteso il posto con altri Grandi del suo tempo, come Cezanne, Seurat e Toulouse-Lautrec – giusto per fare qualche nome…
E alla fine sai come è andata a finire?
Venerdì 27 novembre
E’ andata a finire che ancora un volta mi hanno stupito. Già mi vedevo a spiegare Klimt, Schiele e compagnia bella, mentre le prime 4 risposte sono state tutte uguali: Modigliani! Poi per fortuna è arrivata l’email di Laura M. che diceva: “Ciao Monica, sono molto indecisa tra Klimt, perchè so che a te piace ed è sempre bello sentir parlare qualcuno di una cosa che lo appassiona, e Modigliani, perchè non mi fa impazzire e so già che tu me lo faresti “gustare”. Lancia la monetina!”. Inutile dire che ho inserito la monetina in tasca al caro Gustav senza nemmeno lanciarla…
Alla fine, per soli 4 punti, ha vinto proprio Modì. Avrebbe vinto lui comunque, anche in caso di pareggio. La scelta dell’artista doveva infatti essere accompagnata da una motivazione, che mi avrebbe aiutato nella scelta in caso di pari merito. E molte delle scelte dicevano più o meno così: “D’istinto direi Klimt che amo molto, ma in realtà dico Modigliani, che conosco meno e vorrei poterlo apprezzare di più!” – cito Sara F. per tutti. E così Modì fu!
Inizio la presentazione dell’artista maledetto per antonomasia con una foto che lo ritrae nel suo studio e mi slaccio subito dicendo che è proprio un bel uomo e non è difficile capire come mai fosse uno sciupafemmine. La foto successiva è “Il nudo rosso”, un quadro del 1917 che spiazza più di qualcuno. Ma come, non ha fatto solo ritratti dai colli lunghi?
Chiedo chi vuole analizzare l’opera e si fa avanti Daniele, che a un certo punto dice che il volto gli ricorda un po’ anche Picasso, ignaro che da lì a qualche slide ci sarebbero state proprio le sue Demoiselles d’Avignon. Ad un certo punto Simona interrompe la discussione facendoci notare che Daniele assomiglia un po’ a Modì e allora vuoi che io non chieda il permesso di scattare questa foto qui??? Modì circondato dalle sue muse ispiratrici…. ahahahahah!
Domenica 29 novembre
“Il Nudo rosso” accende una bella discussione anche con il gruppo del weekend. A nessuno sfuggono i grandi occhi neri, che assieme ai “colli lunghi” sono quasi la firma del pittore. A molti questo nudo piace, mentre ad Anna suscita un forte senso di angoscia, soprattutto nell’accostamento dei colori. Anche Norma è perplessa, non tanto per le tinte quanto per la posizione del corpo, in particolar modo quella delle braccia. Queste due osservazioni mi fanno pensare per la prima volta a quanto questa donna che si offre nuda ai nostri occhi richiami forse un po’ anche la posa di un cadavere appena ammazzato. Mi piace proprio questo scambio di idee e sensazioni. Soprattutto davanti a quadri “mai visti prima” che suscitano emozioni “di pancia” ai miei compagni d’avventura, aprendo nuove prospettive anche a me.
Alla fine dell’incontro chiedo il parere di ogni partecipante. C’è chi ha sempre amato Modì, chi ha iniziato ad apprezzarlo solo ora, chi continua a non amarlo pur avendolo finalmente capito. Mi colpiscono in particolare due commenti: quello di Sara, che parla di “infinita tenerezza”, e quello di Clara, a cui questi ritratti femminili suggeriscono un senso di “mestizia”. Tenerezza e mestizia: ancora una volta l’arte, la stessa arte, è capace di toccare corde diverse del cuore.
Ciò che succede nella parte finale di questo incontro ha del miracoloso. La discussione inizia a fluire libera, emozioni diverse si accavallano a ricordi e a suggerimenti. E intanto il tempo vola e in men che non si dica sono trascorse due ore! Michela, che si è aggiunta a noi da oggi, a un certo punto ci mostra un suo nuovo libro (“Pollock e Rothko – il gesto e il respiro”) e in un attimo ci scopriamo tutti appassionati lettori. Pasquale arriva addirittura a suggerire di iniziare a consigliarci dei libri a tema durante i prossimi incontri. E Pasquale è pericoloso in questo, ve lo dico io! Mi trovo quindi costretta a dire “ragazzi, io devo assolutamente preparare la cena”, ma lo faccio davvero a malincuore. So già che se fossimo stati dal vivo, una serata così sarebbe finita con tutte le gambe sotto allo stesso tavolo…
P.S.: negli ultimi giorni mi sono arrivati un paio di messaggi che dicevano più o meno così: “non penserai mica di terminare qui, vero?”. Durante l’incontro di venerdì qualcuno mi ha suggerito addirittura di farmi pagare per quello che sto facendo e mi è pure arrivata un’email di incoraggiamento a intraprendere questa strada. Giuro che non me l’aspettavo proprio! Per il momento continuerò sicuramente lungo la strada intrapresa, ma questi suggerimenti mi stanno facendo venire delle nuove idee. E soprattutto mantengono alto il mio entusiasmo!
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