Palladio, Bassano e il Ponte – nuova mostra in arrivo
Si preannuncia essere una mostra “proprio come piace a me” quella che verrà inaugurata a Bassano del Grappa sabato 29 maggio. Piccola. Legata al territorio che la ospita. Pensata come un racconto visivo capace di tenere con il fiato sospeso il visitatore. E soprattutto punto d’arrivo di nuove, interessanti, ricerche sul Ponte progettato da Palladio a metà Cinquecento. Un ponte che mi sta particolarmente a cuore, non solo perchè opera del geniale architetto rinascimentale, ma in quanto simbolo di una città che adoro. Se a questo aggiungi le tristi iniziali vicende legate al restauro (costato oltre 8 milioni di euro), il tempo che c’è voluto per portarlo a termine e il duro anno di pandemia, capirai bene quanto l’evento in programma possa essere festeggiato come un “nuovo inizio” per la città e l’economia turistica che vi ruota attorno.
Ma veniamo all’esposizione organizzata dai Musei Civici di Bassano del Grappa in collaborazione con il Palladio Museum di Vicenza – altro luogo del cuore – e la Sovrintendenza competente. Il titolo “Palladio, Bassano e il Ponte” chiarisce fin da subito che il clou della mostra non sarà un semplice monologo sul manufatto in legno, ma un dialogo con altri due protagonisti d’eccezione. Da un lato il celeberrimo progettista, che di ponti se ne intendeva avendone disegnati più d’uno; dall’altro la città di cui è simbolo, che ha più volte assistito incredula alla sua distruzione per poi dividersi furiosamente sui progetti di ricostruzione.
La mostra ha pure un sottotitolo – Invenzione, storia, mito – che anticipa le principali sezioni dell’itinerario espositivo. I curatori promettono di farci “entrare nella mente di un Palladio con la matita in mano”, di accompagnarci alla scoperta della vera storia di un ponte divenuto Monumento Nazionale e di svelarci le circostanze che hanno alimentato la nascita del mito che da secoli aleggia sull’elegante struttura in legno. Dicono che lo faranno portandoci a “camminare sull’acqua e sulle nuvole” e questa cosa, personalmente, mi incuriosisce un sacco. Come mi incuriosisce “l’approccio da regista” adottato da Andrea Bernard, l’architetto che ha curato l’allestimento “puntando tutto su riflessi e trasparenze”.
Vabbè, per il momento non so dirti molto altro se non che la mostra sarà aperta fino al 10 ottobre 2021. A dire il vero ho già visto alcune delle opere e dei modellini che verranno esposti, ma sai bene che odio spoilerare. Per cui ti invito ad iscriverti alla Newsletter per essere informato sulle prossime novità (ovviamente andrò a vedere la mostra non appena verrà inaugurata) e a dare una sbirciatina alle stories su Facebook e Instagram per sentire cos’hanno raccontato i curatori durante la conferenza stampa di oggi.
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