Dal Realismo all’Impressionismo
Quando ho steso il programma di massima per gli incontri d’arte nella mia mente questo sarebbe dovuto essere l’incontro più facile da preparare. Non solo è un periodo della storia dell’arte che mi è sempre piaciuto molto, ma è stato anche l’argomento del corso monografico di Storia dell’Arte Contemporanea I all’Università. E chi se la scorda più quella bibliografia di 26 titoli spalmati su due fogli??? Ciò che non avevo però considerato qualche settimana fa era quanto questi incontri sarebbero stati un work-in-progress, con “lezioni” che si modellano tenendo presente di volta in volta le sollecitazioni fornitemi dai due gruppi.
Inizialmente avevo quindi pensato di seguire il classico “filo cronologico”, partendo dalla Scuola di Barbizon, Millet e Courbet per approdare poi nello studio del fotografo Nadar e seguire infine Monet e compagni fino all’ultima mostra in Rue Lafitte. A dire il vero avevo pure iniziato a organizzarmi in tal senso, con la celebre Colazione sull’Erba di Edouard Manet già pronta per la presentazione. Alla fine invece questo “pezzo sacro” dell’arte dell’Ottocento verrà accantonato a favore dello sconosciuto Laminatoio di Menzel e di un’opera a tema sociale realizzata nell’ambito degli Ambulanti Russi. Che cosa è successo dunque nel frattempo?
Semplice, è successo che ci ho dormito su! L’osservazione fattami da Nadia al termine dell’incontro di domenica sera il lunedì mattina si era trasformata in un’idea che mi ha stravolto i programmi e la giornata. Non ricordo da quanti decenni non trascorrevo così tante ore con il naso incollato a libri e PC (ho terminato di preparare le slide esattamente 12 minuti prima dell’incontro!!!), ma devo dire che è stato bellissimo. L’idea in questione suonava più o meno così: perchè invece di inquadrare brevemente le opere nel loro contesto storico non lasci parlare i quadri? Con il loro “essere del proprio tempo” sapranno narrare benissimo gli sconvolgimenti politici, economici, sociali e quindi culturali che hanno caratterizzato la seconda metà dell’Ottocento. Ne è uscito un diagramma di flusso super arzigogolato che alla fine sono riuscita a far stare in piedi in qualche modo tra opere stra-note come Le Ballerine di Degas e la sconosciuta Oiran di Van Gogh. Insomma, un bel mix. Proprio come piace a me…
LUNEDI’ 23 NOVEMBRE
Al mio risveglio trovo su facebook un post di Clara che, condividendo le mie riflessioni sull’incontro della sera precedente, dice: “Passeggiare tra le varie epoche dell’umanità e scoprire come l’ingegno umano si è espresso attraverso l’arte è meraviglioso, se poi trovi chi te la sa spiegare bene allora diventa una bellissima avventura. Super Monica!!!”. E qualche ora dopo Norma aggiunge questo suo commento: “Sto seguendo anch’io gli incontri con Monica, davvero interessanti, completi, anche se, purtroppo per ragioni di tempo, condensati. Ti fanno ragionare, ti danno un metro per misurare i lavori proposti, ti fanno fare salti temporali (e questa è una cosa che ho sempre amato), ma ti fanno sempre seguire un filo conduttore. E’ praticamente un filo d’Arianna che ti porta attraverso i secoli indicandoti una via”. Caspita, senza saperlo ha indovinato cosa succederà esattamente questa sera.
Devo dire che alla fine questa presentazione mi è piaciuta, ma è stata un po’ troppo “presentazione” per i miei gusti. Per seguire un filo d’Arianna particolarmente ingarbugliato, questa volta non ho potuto lasciare molto spazio ai miei compagni d’avventura. Ma ve bene anche così: in fin dei conti sto testando diverse modalità di racconto e finchè non le provo tutte non posso capire quali mi piacciono e quali no. Questo semi-monologo non ha comunque impedito alcune osservazioni argute da parte loro e nemmeno a Laura di saltare sulla sedia quando ha visto l’assembramento immortalato da Renoir al Mouline de la Galette. “E per di più tutti senza mascherina!” ha esclamato inorridita. Per fortuna che subito dopo avevo previsto un Degas: con lo sguardo spaesato della Bevitrice d’Assenzio e i tavoli vuoti intorno a lei è stato un attimo tornare con i piedi nella nostra triste covid-realtà… ahahahah!
SABATO 28 NOVEMBRE
Anche con il secondo gruppo questa modalità di narrazione invita meno al dialogo, ma magari qualcuno è felice così – chi lo sa… Riflettendoci, in effetti, questo tipo di presentazione potrebbe piacere molto a chi non ama intervenire o si sente in imbarazzo davanti alla telecamera. Quindi, perchè no? Oggi dall’altro lato dello schermo ci sono pure Silvia e Carlo. Al mio risveglio avevo trovato la loro richiesta di iscrizione accompagnata da queste parole: “Ho letto solo stasera di questo e insieme a mio figlio adolescente sarei interessata a partecipare, se ritiene possibile un inserimento a questo punto”. E secondo te io potrei mai dire di no a una ragazzo che si vuole avvicinare alla storia dell’arte contemporanea? Mi sento davvero più onorata che mai…
Come mi sento onorata ad aver ricevuto l’invito di Francesca ad assistere alla presentazione del libro “Itinerari storici nella Berlino della Guerra Fredda” organizzato per la prossima settimana dall’Istituto Italiano di Cultura a Berlino. Ovviamente le chiedo il permesso di estendere l’invito a tutti e due i gruppi e quindi le lascio qualche minuto per presentare la sua iniziativa. Hai capito che belle opportunità possono nascere dall’online? E io che temevo così tanto di non riuscire a creare l’atmosfera adatta con questo mezzo…
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