La Chiesa del Redentore a Venezia
“L’Italia è piena di edifici religiosi costruiti per scongiurare pestilenze o per festeggiarne la fine. Edifici spesso bellissimi che con il tempo sono diventati simbolo delle città che tanto hanno patito le sofferenze della peste”.
Venezia e la peste del 1575
Lo scrivevo qualche giorno fa su Instagram postando questa foto scattata durante uno splendido tramonto in una Venezia incredibilmente deserta a causa dell’emergenza “acqua alta” che ha recentemente colpito la città.
Parto da questo spunto legato alla triste emergenza sanitaria di questi giorni per raccontarti qualcosa in più su quel Redentore che per molti è semplicemente sinonimo di una grande festa veneziana. Una festa accompagnata da spettacolari fuochi d’artificio che regolarmente vanno in onda nelle Tv di tutto il mondo. Pochi però sanno che non c’è solo la festa, ma anche una chiesa dedicata a Cristo Redentore. Ed entrambe hanno a che fare con la terribile peste che colpì la città lagunare tra il 1575 e il 1577. Una pestilenza che nel giro di pochi mesi ridusse di un terzo la popolazione veneziana...
Palladio e il progetto per il Redentore
La decisione di costruire un grande tempio dedicato al Redentore, invocato per liberare la città dalla peste, è presa dal Senato veneziano sul finire del 1576. L’incarico è affidato ad Andrea Palladio, divenuto Proto della Repubblica alla morte di Sansovino. L’architetto vicentino propone inizialmente un progetto a pianta centrale su modello degli antichi templi romani. E’ un progetto che divide in due fazioni il Senato veneziano.
Il ruolo di Marcantonio Barbaro
Tra i sostenitori dell’innovativa soluzione a pianta centrale c’è anche il colto Marcantonio Barbaro, che tanta parte ebbe nella politica estera e nella cultura veneziana del Cinquecento. E’ lo stesso Marcantonio che una ventina d’anni prima, insieme al fratello Daniele, aveva commissionato a Palladio la costruzione della Villa di Maser e a Paolo Veronese la sua decorazione ad affresco.
Alla fine Venezia sceglierà il progetto più “tradizionale”, quello con navata longitudinale che possiamo ammirare nell’isola della Giudecca ancora oggi. Palladio riesce comunque a risolvere con incredibile genialità architettonica la “disputa nobiliare”. Chi a luglio percorre in processione il ponte di barche che collega l’isola alle Zattere ha infatti la sensazione di dirigersi verso un tempio a pianta centrale. Per la felicità di Marcantonio e dei suoi nobili amici!
Il progetto originario verrà poi ripreso per il Tempietto che Marcantonio Barbaro commissionerà all’anziano Palladio nei pressi della sua villa nella campagna trevigiana. E’ una cappella privata solitamente chiusa al pubblico, che non passa di certo inosservata per chi giunge a Maser da Asolo. Ed è il luogo dove tradizione vuole che sia morto lo stesso Palladio.
Campanili o minareti?
Il legame tra Marcantonio Barbaro, Palladio e la maestosa chiesa veneziana non finisce comunque qui. Lo provano i due insoliti campanili cilindrici che si elevano all’esterno dell’edificio nel punto di congiunzione tra il coro e il presbiterio.
Non li ha mai notati?
Ti dirò che la cosa non mi stupisce troppo perchè da Piazza San Marco non si notano più di tanto e anche passeggiando alla Giudecca è praticamente impossibile vederli bene.
Personalmente questa cosa di due campanili simili a minareti progettati in un periodo in cui i rapporti con i turchi non erano certo idilliaci mi ha sempre incuriosito un sacco. Soprattutto considerando il fatto che un decennio prima della progettazione della chiesa il caro Marcantonio aveva ricoperto la carica di Bailo di Costantinopoli. E a Istambul in quel periodo era attivo Sinan, il più celebre architetto del sultano…
Così un bel giorno ho suonato alla porta del convento e chiesto al giovane frate che mi ha accolto la cortesia di farmi visitare il retro dell’edificio. E’ stata l’occasione per vedere anche la chiesetta di S. Maria degli Angeli, officiata dai Cappuccini fin dal 1539, l’orto del convento, coltivato per lo più ad ulivi, e per scattare un paio di foto ai due misteriosi campanili.
Palladio a Venezia
La Chiesa del Redentore non è al momento nella mia programmazione, ma ora che ho questo bel contatto sto seriamente pensando di creare un itinerario veneziano dedicato a Palladio per completare la mia offerta di visite dedicate al grande architetto. Se la cosa ti incuriosisce o vuoi semplicemente scoprire un angolo di Venezia decisamente fuori dalle rotte turistiche, ti invito ad iscriverti alla mia newsletter mensile per essere informato in anteprima di questa possibilità. I tour su Palladio in Terraferma li trovi spesso sia tra le mie Visite Guidate che tra i Viaggi a Tema.
Teniamoci in contatto, mi raccomando!
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