Verso l’ultimo incontro… sigh!
E’ la mattina del 2 dicembre. L’ultimo incontro di Storia dell’Arte in Pillole si avvicina e interrogo nuovamente a distanza i miei compagni d’avventura con un’email che recita esattamente così: “Carissimi, l’ultimo incontro, quello dedicato all’arte di metà Novecento, si avvicina. Questa volta non vi chiedo di scegliere un artista o un quadro tra una rosa di candidati, ma di dirmi davanti a quale opera “d’arte” avete esclamato o avete sentito dire “Questa la saprei fare anch’io!”. Se l’avete detto voi, vi prego di dirmi anche cosa vi ha spinto a tale affermazione. Se invece l’avete sentito dire da altri, cosa avete pensato/risposto? Ovviamente le vostre risposte ispireranno i miei pensieri, per cui non siate timidi e rispondete con serenità.”
Le risposte arrivano pian pianino, ma sono talmente varie e belle che nel corso dell’incontro conclusivo non posso fare a meno di chiedere il permesso di raccoglierle in un post sul mio blog. Eccole qui, rigorosamente in ordine di arrivo:
ciao, a presto
Daniela V.
Così lo spiego anche agli altri – di solito i miei figli- che sono al museo con me.
Spesso non sappiamo nulla della vita degli artisti e di come sono arrivati a creare un’opera. Poi saputolo può comunque non convincerci…. ma di base dovremmo affrontare una mostra o un museo preparati (faticoso, ovvio).
Ciao!!!!!
Clara
Daniele
in effetti mi spiace molto pensare che sia già prossima la fine… Però confido che avrai altre idee e parteciperemo 🙂
Una decina di anni fa ho letto un libro scritto da Bonomi “Lo potevo fare anch’io” e lì avevo scoperto le difficoltà tecniche dei tagli di Fontana che avevano suscitano in me grande perplessità. Posso capire l’idea di andare oltre la tela, con i significati che vi sono possono scorgere, ma le repliche…
Visitando le Gallerie d’Italia a Milano, nella parte dedicata al Novecento, ho avuto una crisi di ilarità fortissima di fronte al “Baco da setola” (allego foto) che è fatto con un tipo di scopa che ricordo da bimba quando lo usava mia nonna!
La mia grande perplessità risiede nel fatto che a volte puri accostamenti di colori o linee vengano definiti arte in alcuni autori e nulla per tutti gli altri. Ho capito che si premia la ricerca e quindi l’originalità, però si fatica davvero a volte a cogliere a occhio le differenze che decretano un successo o un fallimento per gli autori.
Poi sono davvero incapace di disegnare e quindi non mi viene mai da pensare che lo potrei fare anch’io, ma a volte resto davvero perplessa anche di fronte a opere più vicine ai giorni nostri presenti al Museo del Novecento che ho visitato più volte proprio per cercare di scorgere ciò che mi sfugge. E alla fine mi sorge sempre una domanda: ma se ci vuole un manuale per capire un quadro e cosa vi è raffigurato, significa che in fondo non è autoesplicativo, non comunica molto…allora è definibile arte? Basta che lo definiscano così gli esperti? La beffa delle teste di Modigliani esemplifica il mio pensiero: anche quei ragazzi sono artisti? Poi naturalmente mi è spiaciuto per coloro che ci hanno rimesso la reputazione, ma rimangono tanti dubbi.
Comunque non sono solo antica, mi piacciono Dalì, ad esempio, De Chirico, oppure Gaudì che ho molto amato a Barcellona. Ma continuo a cercare di capire!
Grazie infinite dell’opportunità che ci hai dato e scusa lo sproloquio.
Buona serata,
Silvia
Chicago, MCA, Museum of Contemporaney Art, più o meno maggio, 2014, ci sono passata davanti e qualcosa mi ha spinto ad entrare, non è un genere di pittura che amo, anzi, se va bene mi è indifferente, se va male non mi piace proprio (qualche volta sono arrivata a pensare che l’autore mi stava prendendo in giro e lo vedevo farsi delle grasse risate immaginando i visitatori fermi davanti al suo quadro ad ammirarlo cercando un significato che non aveva).
Spinta dalla curiosità sono entrata nel museo, per fortuna quel giorno era gratis, ho cominciato a visitare le varie esposizioni ed ho avuto subito la conferma che quella forma di arte non era proprio nel mio DNA, soprattutto le sculture, comprensione 0 assoluto. Per quello che riguarda i quadri qualcosa si salvava, almeno secondo il mio punto di vista, parla una persona che ama il classico, adora i Preraffaelliti e non disdegna neppure qualche corrente moderna (ho un amore viscerale per Dalì) ma quei quadri sono stati proprio difficili da digerire!
Quando ho esclamato “questo lo potrei fare anch’io” ero davanti ad un quadro di William J. O’Brian che non sapevo neppure chi fosse e non ho neppure voluto approfondire in seguito ma se esponeva al MCA di Chicago qualcuno doveva pure essere.
Ti allego il quadro in questione, una tela con dimensioni ragguardevoli, non mi ricordo le misure ma mi sembra fosse piuttosto importante ripiena di pezzettini di feltro pure tagliati male.
Ho pensato subito ai miei avanzi di feltro dei vari lavoretti che faccio e mi sono detta che potevo utilizzarli così e sono sicura che se lo avessi fatto avrei fatto un lavoro migliore del suo, ma intanto il suo lavoro era esposto al MCA ed io sono nessuno.
Ciao, a dopo
Norma
Ciao Monica,
è un bellissimo tema. Io non mi sono mai messa in questa condizione perchè ….. non mi sento artista e non mi viene proprio in mente di identificarmi con esso e dire “sapevo farlo anche io”. In generale penso che un’opera d’arte è un processo che parte da un concetto (o un’emozione) che viene implementato dall’artista. Quello che vediamo dovrebbe rispecchiare l’opera “pensata” ….. e meglio si comprende e più siamo in presenza di opere di arte. E non fa niente se sembra l’opera di un bambino che sa a mala pena disegnare …. (sappiamo tutti quanto fosse geniale Picasso nel disegno).
Il problema è che spesso nell’arte contemporanea l’idea va assolutamente spiegata … ma quando viene fuori l’idea, di solito è meravigliosa. In conclusione … penso che chi esclama la famosa frase …. è piuttosto ignorante e presuntuoso …. e nessuno gli ha mai spiegato una qualunque opera ….. Detto questo, di alcune opere / idee diffido e non le apprezzo per il poco rispetto nei confronti dello spettatore ….. purtroppo pare che alcuni hanno fatto propria la lezione “più è brutta, elementare, scandalosa, strana ….” e più e arte.
E’ difficile muoversi in questi contesti. E abbiamo sempre il dubbio di fare come quei critici che stroncavano impressionisti e altre avanguardie del 900 … e invece erano davanti a veri capolavori. Ma ho deciso che sono donna del mio tempo …. non posso immaginarmi come andrà il gusto per l’arte nel futuro …. non critico. Accetto che qualcuno mi spieghi …..
Scusa lo sproloquio…..
Maria
PS: hai mai visto questa foto di Long? Se non sai il titolo e l’idea …. la potevo fare anche io … solo che non la avrei mai fatta! E non l’ho mai fatta ….
Ciao Monica,
indubbiamente quando ho visto alcune opere tipo le setole di Pino Pascali o anche i tagli di Fontana, la sensazione di una grande tecnica da ammirare non c’è….
Ma mi sono sempre posta la domanda sul perché lo avevano fatto, che messaggio volevano trasmettere. E lo stesso riferivo a chi faceva la stessa affermazione. Certo che il confine tra l’ostentare la propria fama per fini commerciali e il vero senso del messaggio è difficilmente individuabile.
Grazie, Michela
Ciao Monica,
Non ho ricordi di aver pensato: “questa avrei potuto farla anche io”. Non recenti almeno. Ho ricordi più del tipo: mi emoziona o non mi emoziona. Le emozioni possono essere positive o negative ma qualcosa mi deve dare. Se no per me non è significativa. Questo in genere per tutta l’arte: figurativa o no, moderna o no. Se poi conosco la storia del pittore, il contesto, l’emozione diventa consapevolezza e memoria. Resterà dentro finché la vita mi farà ricordare. Ancora grazie della luce che porti nei miei fine settimana. Modigliani è stato bello come pure il percorso che hai costruito per portarci a lui.
A sabato
Nadia
Ciao Monica,
in diverse occasioni durante visite a musei in Italia o all’estero con amici mi è capitato di sentire qualcuno di loro che commentasse delle opere d’arte moderna con la frase che hai riportato sopra. La mia domanda è stata: dici di essere capace di farla anche tu ma allora perché non l’hai fatta? Se non l’hai fatta è perché non sei veramente capace o non hai avuto l’idea di farla. L’idea e ciò che la ispira credo sia il punto fondamentale.
Grazie e a presto
Stefano
Ciao Prof!!!
Probabilmente sono in ritardo nel dare una risposta all’email.. Ma uscire dalla timidezza e fare “coming out” sul mio pensiero in merito ad alcune opere d’arte “l’è DUURA l’è proprio duuuraa.”
… Ebbene si lo confesso di fronte ai” Tagli delle Tele di Fontana” più di una volta ho detto : Ma cus l’è.???.. .. Mooo questo lo so fare anch’io, sooooorbole bene, CIUMBIA!!
Tipico commento ed atteggiamento da ‘italiana media’ assimilabile ai personaggi di Alberto Sordi (Re’ e Agu’ nel film Vacanza intelligenti – scena Biennale di Venezia)….
Quindi che dire? non mi resta che rimettermi nelle tue mani per essere illuminata e forgiata come una creta (o meglio come una cretina, ma solo perché sono piccola, mica x altro cosa avevi pensato??) per poter uscire dal torpore della mia più profonda ignoranza….
A TE l’ Ardua IMPRESA!!!
E dopo questa “logorroica” e DELIRANTE email ti saluto, ti auguro una bella serata e….
A DOMANIIIIIII….. Munita di quintalate di fazzoletti alla mano per il saluto di chiusura di un bellissimo, coinvolgente, emozionante percorso!!!!!
Un abbraccio
Maria Gabriella
Cara Monica,
bella la tua richiesta e come sempre io sarò sincera e spontanea, tutta l’arte mi ha sempre affascinato e essendo veramente negata in disegno nemmeno davanti all’opera più semplice mi sarei mai permessa di dire “sarei capace anche io!”. Quello che invece devo dirti è che di fronte anche all’opera che mi è piaciuta di meno non sono riuscita a non farmi meravigliare perchè mi sono posta sempre tante domande sul perchè delle opere, difficile spiegare a parole, anche se a volte bisogna solo ammirare la bellezza!
Anna
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